LOST GATE
2024
Installazione site-specific presso Omuamua, Milano Cianotipia su tessuto e 15 resine 8x8x2 cm

Mediando fra l’esperienza dello spazio e i suoi confini, camere e corridoi fantasma racchiusi da pareti morbide e fluttuanti fungono da rifugi sicuri per chi vi entra e li abita. Vagare in questo labirinto dalla trama trasparente potrebbe rappresentare l’atto decisionale in sè, poichè ogni momento trascorso in uno spazio vuoto - sospesi a mezz’aria o alla deriva in una tranquilla quiete - può influenzare profondamente la traiettoria che rimane personale ed esclusiva in ogni individuo.
[...] In un angolo nascosto del labirinto, una curiosa raccolta di tracce gassose conservate nella resina, offre una testimonianza dell’indagine scientifica e della sperimentazione sui materiali dell’artista. L’approccio sistematico e organizzato di queste impronte si trasforma poi in modelli astratti che si diffondono sugli schermi tessili. Ogni pannello possiede una superficie leggera con due composizioni distinte per ogni lato, che si sovrappongono e si fondono. Una volta entrati nei loro perimetri, lo spazio esterno è visto attraverso una lente di colore blu ovattato, che apre lo sguardo a diverse stratificazioni di tessuto contemporaneamente.
Lost Gate evoca una connessione emotiva significativa con il mondo naturale superando il semplice resoconto dei fatti, l’analisi dei dati e instillando un senso di disorientamento e stupore nello sguardo di chi si approccia al suo ambiente.

Paola Shiamtani




Site-specific installation at Omuamua, Milan Cyanotype on textile, resin

Mediating on the experience of space and borders, Virginia Dal Magro formulates phantom chambers and corridors enclosed by soft walls that double as safe havens for those who enter to inhabit them. Wandering through this diaphanous cloth maze perhaps mirrors the act of decision- making, as each choice of direction, each moment lingered in hollow spaces – as if suspended in mid-air or adrift underwater in tranquil stillness – is personal to the individual and may profoundly influence their trajectory.
[...] In a tucked-away corner of the labyrinth, a curious collection of foam impressions preserved in resin offers insight into the artist’s scientific inquiry and material experimentation. Their systematic and organized approach then morphs into abstract patterns that spread across the fabric screens. Each sheet possesses a double-sided surface, displaying two distinct compositions overlapping. Once within their limits, the exterior is seen through a muffled blue lens, which also opens up the possibility of glimpsing through various layers of textile partitions all at once. At the intersection of data analysis and awe and, LOST GATE evokes a meaningful emotional connection with the natural world outweighing the reporting of mere facts, instilling a sense of disorientation and wonder.

Paola Shiamtani